Raccontato
da: Suzibandit
Quest' anno visto che Antonuk aveva la moto nuova di grossa cilindrata
abbiamo deciso di fare il motoingrasso vicino a casa sua, così impara a
comperarsi i cancelli!
Era da un po' che mi frullava per la testa di andare a visitare un pezzo
di storia italiana motociclistica e non: la Motoguzzi.Per la
sistemazione notturna, come al solito mi affido al caso, e come al solito
cado bene. Cercando un Bed & Breakfast a Mandello, san Google mi
indica il B&B all'Acqua Bianca proprio a Mandello città....
contatto la signora Annamaria che gentilissima mi conferma la
diponibilità del posto.Una volta garantito l'alloggio, visto che per il
vitto non abbiamo mai avuto problemi, concordiamo con Pegasello un
itinerario di massima per raggiungere la meta: facciamo la strada più
veloce.... Padova, Bassano, Valsugana fino a Trento e poi su per
Mezzolombardo, Cles per poi sconfinare il Lombardia passando per Ponte
di Legno, Aprica poi giù fino a Sondrio, Morbegno dove ci saremmo
incontrati con Antonuk.Arriva il fatidico giorno: ritrovo presso il
parcheggio Ikea di Padova Est ore 7.30, orario stimato di arrivo
incerto. Indicativamente ora di pranzo, che prevediamo di fare in
compagnia del motociclista diversamente giovane. Le previsioni non
promettono niente di buono, infatti mantengono quanto promesso: da
Bassano saremo accompagnati da una fastidiosa pioggerellina che ci farà
compagnia fino al passo del Tonale dove finalmente riusciremo a vedere
un pochino di cielo azzurro. Le nuvole comunque saranno nostre compagne
per tutto il Motoingrasso...
Partiti, prima ed unica sosta prevista è alla birreria Ai Trenti, noto
locale frequentato da motociclisti in sona Bassano dove
chiediamo la classica colazione del Motoingrasso: panno con soppressa…
per questa volta evitiamo alcolici vista la vagonata di chilometri che
ci aspettano. Rinfrancati della sosta corroborante ripartiamo alla volta
di Trento: a parte l’acqua che ci arriva addosso da tutte le parti non
ho altri ricordi del viaggio fino a Cles.Arrivati in zona Trento come da
accordi chiamiamo Antonuk che ci risponde con la classica voce impastata
di chi ha ancora la testa sul cuscino… ci conferma che avrebbe fatto
colazione con calma e che sarebbe partito alla volta di Morbegno… dai
che manca poco!!!
Purtroppo
da qui i ricordi, ahimè si fanno più vividi e dolorosi.
Sotto un tiepido sole arriviamo sul Tonale… foto di rito, pausa benza e
ci dirigiamo verso Aprica, dove era appena passato il giro
d’Italia…. Mi sto godendo il paesaggio quando una deviazione si
presenta davanti ai nostro occhi… la statale è chiusa per lavori ed
il traffico (tutto) è deviato in una strada secondaria (direi
che classificarla come strada è anche troppo ottimistico) molto ripida
con l’asfalto in pessime condizioni e brecciolino ovunque. Il fatto
che fosse stretta costringeva a più riprese le auto che mi precedevano
a fermarsi per far fluire il traffico dell’altro senso… Pegasello si
porta avanti, io vista la mole de LaSignora decido che viste le
condizioni della strada è meglio che dosi con il goniometro
l’acceleratore e che mi dimentichi del freno anteriore.
Ma
non c’è elettronica che possa fermare la fisica, e malgrado le mie
attenzioni la moto in discesa comincia a prendere velocità….sempre di
più… il freno dietro fatica a rallentare la corsa….l’auto davanti
a me, ferma, si avvicina sempre più…provo a toccare il freno
anteriore…punto i piedi…niente… la macchina ancora non può
partire viste le auto che procedono dal senso inverso … la moto prende
ancora più velocità… che faccio?! … non posso buttarmi sulla
sinistra….ci sono le macchine che mi vengono incontro… a destra
manco a parlarne, guard-rail parte c’è un simpatico strapiombo……
freno in maniera più decisa con l’anteriore ed accade il
fattaccio… la ruota davanti si blocca e perdo l’anteriore… dopo
una bella scivolata di 3 metri buoni vado a parcheggiare la moto sotto
il paraurti del SUV che mi precede! Ecco avverarsi uno dei miei peggiori
incubi… fare un incidente lontano da casa.
Non senza difficoltà con l’aiuto del proprietario del SUV e di suo
figlio tiriamo su la moto, ed una volta appurato che non mi sono fatto
miracolosamente niente (grazie alle protezioni) passiamo a fare una
valutazione dei danni.
Il SUV, a parte uno striscio nella parte inferiore del paraurti
posteriore non ha niente di grave. Me la caverò con 250€ di conto del
carrozziere liquidato in buona fede a consuntivo.
LaSignora tutto sommato non ha avuto grossi danni, grazie soprattutto al
paramotore che avevo montato poco prima…senza questo antiestetico
accessorio sicuramente non sarei tornato a casa con la moto, visto che
avrei sicuramente rotto il carter motore!
Il problema maggiore è che cadendo la moto ha fatto perno sul manubrio
piegandolo in maniera tale da non riuscire a sterzare la moto e la leva
del freno anteriore si era spezzata alla base.Nel frattempo Pegasello
che non mi aveva visto arrivare, torna indietro e mi vede li intento a provare a mettere in moto la
moto….volevo essere certo di tornare a casa col sedere sulla mia
fedele due ruote. Fortunatamente la proverbiale robustezza del SACS
aveva confermato la sua fama… al secondo colpo la moto comincia a
girare regolare….intanto una buona notizia. Adesso vedremo come
risolvere gli altri inconvenienti.
Il problema maggiore era come affrontare la strada in discesa e la serie
di tornati che mi aspettavano, senza il freno anteriore.Il proprietario
del SUV per aiutarmi comincia a chiamare suoi conoscenti per reperire un
ricambio della moto, di originali niente da fare…per un pezzo after
market serve il campione…come fare? Facile! Smonto la leva e la
consegno al gentilissimo suvista che si offre di consegnarla ad Antonuk
(che nel frattempo avevamo reso edotto dell’accaduto) più giù a
Sondrio. Pegasello decide di rimanere a farmi compagnia: oramai è ora
di pranzo e dobbiamo attendere l’orario di apertura del
concessionario.
Si pensa di spostarci dal brutto posto dove eravamo (praticamente in uno
spiazzo di 2 metri per 1 sul lato della stradina) scendendo di qualche
centinaio di metri, ma il sottoscritto ancora provato dall’accaduto
senza il freno davanti e praticamente con il manubrio a 90° non se la
sente.
Ma
come l’esperienza insegna, mai dire mai… dovrò dare fondo a tutto
il mio sangue freddo e scendere con la moto in questa condizioni quando
qualche ora più tardi Antonuk mi confermerà che senza la leva completa
di attacco (io avevo consegnato solo una parte nella speranza che
bastasse) il meccanico non è in grado di aiutarmi. E adesso che si fa?
Come un novello Mc Giver il sottoscritto estrae dal cilindro, pinza
coltello e fascette e con queste confeziona una leva del freno
posticcia…. Non servirà a gran che, ma meglio di niente! Per il
manubrio, amen! Mi adatterò!
Quelli che seguiranno saranno i 20 minuti più brutti della mia vita.
Pegasello davanti a fare da apripista, io dietro a 30km/h a fare curve e
tornanti su una strada che sembra diventare in alcuni punti una
mulattiera.
Fortunatamente non incrociamo altri mezzi per l’ultimo tratto di
strada, ed io quando vedo finalmente la statale ricomincio a respirare!
Antonuk ci sta aspettando presso il meccanico. Quest’ ultimo un
ragazzo giovane e cordiale che appena vede la moto comincia a frugare
tra i rottami di un precedente sfortunato motociclista e cosa vi trova?
Una leva perfettamente adattabile, anche se parzialmente spezzata: 10
minuti e sono di nuovo in strada. Giuseppe, il meccanico, in nome della fratellanza motociclistica non vorrà neanche una
euro… io gli lascerò i soldi per una birra da bere alla mia salute.
Manubrio a parte riesco a guidare decentemente.
Oramai si è fatto tardi, proviamo comunque a passare per il museo Guzzi
ma purtroppo siamo arrivati tardi…. Non
riusciremo più a visitarlo…pazienza, cause di forza maggiore ce lo
hanno impedito.
Chiamiamo la signora Annamaria del B&B, per chiedere informazioni su
come raggiungere la casa: questa prima ci rimprovera per non averla
avvisata del nostro ritardo, poi capita la situazione ci manda suo
figlio a farci strada, in moto.
Di li a 20 minuti siamo sul piazzale di Annamaria a scaricare le moto
dai fardelli.
Che facciamo per il manubrio? A dire il vero non me la sentivo di fare
centinaia di chilometri con la moto in tali condizioni.
Decidiamo di fare un pochini di chilometri e di andare a trovare il
Perego, ora titolare di un noto concessionario Guzzi della brianza,
chissà che lui non mi possa essere di aiuto.
Pochi chilometri prima di Verano Brianza ci sorprende un temporale di
dimensioni bibliche: Antonuk giura di aver visto Noè che ci salutava
dall’alto della sua arca. Arriviamo al concessionario giusto in tempo
per vedere passare l’Arca con sopra Noè che gridava:
“terraaaaaa….terrraaaaaaa”.
I
ragazzi dell’officina erano tutti intenti ad allestire il
concessionario per un evento che si sarebbe tento l’indomani mattina.
Visto il tempo inclemente non potendo togliere il disturbo e non volendo
rimanere con le mani in mano, decidiamo di renderci utili: alla domanda
“Come possiamo aiutarvi ?” per tutta risposta ci consegnano uno
straccio e ci dicono “Bon, cominciate con lo spolverare le moto in
esposizione!”. Ma quante erano? Credo la produzione mensile della
Motoguzzi! Dopo un bel po’ mi ricordo che LaSignora è giù che
aspetta che io la aiuti a guarire dalla sua menomazione.
Approfittando di un momento di pausa del Perego, gli spiego il problema
e lui sguinzaglia uno dei suoi nel magazzino ricambi: questo esce dopo
poco con 3 manubri tra cui scegliere…tra gli altri scopriamo che
quello originale della Breva, colore a parte è identico a quello che
avevo.
Detto fatto un team di tre persone, pari solo al team di Vale si adopera
per sostituire in un battibaleno il manubrio leso: mezz’ora ed è
tutto fatto. Si sono fatte le 21.00, e fuori ha smesso di piovere…è
tempo di pagare (molto poco, a dire il vero) e di togliere il
disturbo.
Ora che ci pensiamo abbiamo tutti abbastanza fame… torniamo in quel di
Mandello in cerca di un ristorante tipico: ne troveremo uno vicino al
B&B dove sazieremo le nostre stanche panze a colpi di neretti,
garganelli e maiale al forno.
Rinfrancati dalle libagioni ce ne torniamo, non senza perderci, alla
nostra magione. Dobbiamo andare a nanna, l’indomani ci avrebbe
aspettato una giornata pregna di curve.
Io sono al settimo cielo: malgrado tutto riuscirò a finire il
motoingrasso con la moto in ordine!
L’indomani ci aspetta una bella colazione preparata da Annamaria,
degna del miglior albergo a 4 stelle.
Studiamo a tavolino l’itinerario del giorno: periplo del lago più una
puntata a Bellagio e scorribande varie nelle strade del lecchese.
Tutto sommato, tranne il tratto del Ghisallo di strade pastose non ne
abbiamo incontrate tante, ma anche se fosse stato il fondo reso viscido
dalla pioggerellina della notte e dalla bruma non ci avrebbero
consentito di divertirci comunque.
Infatti anche i panorami che ci circondavano erano nascosti dalla coltre
di nuvole. Peccato!
Per
rinfrancarci, arrivati a Bellano ci intrufoliamo tra gli invitati di un
matrimonio, allettati dall’avvenenza della testimone di nozze e delle
amiche, attendiamo l’arrivo della sposa confondendoci tra la folla
davanti alla chiesa. Soddisfatta la nostra curiosità puntiamo a Lecco
dove passiamo delle ore ad attendere la partenza di un rally.
Insomma tutta una serie di attività tipiche dei motociclisti.
E si fa sera…
Domenica
mattina colazione, saluti di rito, e via verso casa.Da qui in poi, solo
piattume ed asfalto!
Un
altro motoingrasso è andato…
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