Raccontato
da: Suzibandit
Prologo
Galeotto fu
www.motoingrasso.it,
per la scelta della location di quest’anno….
Pegasello riguardando le
foto del primo motoingrasso
pubblicate sul nostro sito, era stato colto da una irrefrenabile voglia
di stinco ai ferri e birra: solo la Forst di Merano sarebbe stata in
grado di placare siffatta voglia.
Per il pernotto si pensa a Canazei, sede de “La Montanara” un localino
testato in occasione dell’evento precedente.
L’obbiettivo è potersi ubriacare in maniera sconsiderata e tornare in
albergo senza salire sulla moto.
Questa volta Pegasello per smentire la fama di fancazzista, mi invia un
link ad un garni in zona di sua conoscenza: e qui finisce la sua opera.
Ora, decisa la location ed il pernotto la macchina del motoingrasso si
mette in moto: Suzibandit comincia a scervellarsi per un logo adeguato e
stressa Antonuk in modo che sforni una serie di proposte per il motto di
quest’anno; Pegasello, spossato dalle attività finora intraprese, si
limiterà a sorvegliare lo svolgersi delle cose fino alla completa
definizione dell’evento.
Antonio, troppo vessato da Suzibandit non riuscirà a produrre alcun
motto degno di essere immortalato negli annali del motoingrasso; alla
fine la folgorazione… Suzibandit parafrasando il titolo del famoso film
con Vin Diesel ecco che esce il motto: “FAT AND FURIOUS”, forse poco
originale ma decisamente autobiografico! Dal motto al logo il passo è
breve ed ecco che in tempi record (almeno rispetto agli altri anni)
Antonuk ha i files per produrre gli adesivi e Sybox ha gli esecutivi per
fare le magliette.
La pianificazione del viaggio
Oramai è consolidato per i nostri eroi che la strada che porta a
destinazione non deve essere mai quella più breve. Infatti Suzibandit
studia un percorso curvoso cercando di evitare grosse vie di
comunicazione per giungere a Merano.
L’idea: Ritrovo a Brescia Est, si sale per il lago di Idro poi su per
Tione di Trento proseguendo per Madonna di Campiglio, Cles poi su per
strade mai bazzicate per la Selva di Prissiano per arrivare a Merano
senza fare un metro di superstrade o strade trafficate. Tutto questo
solo in teoria: infatti il meteo inclemente li costringerà a rivedere il
nostro itinerario prevedendo varie alternative onde evitare di trovarci
su strade brutte sotto la pioggia.
Pegasello nello stupore generale invia una mail
con delle proposte per i giri da fare il sabato: la mail originale è ora
custodita gelosamente in un caveau segreto di una banca svizzera ed una
copia è stata richiesta dal Cicap per la validazione poichè si dubita
fortemente che sia stata scritta dal nostro eroe in quanto non nella
natura del soggetto. C’è chi attribuisce un potere taumaturgico alla
missiva e già gira voce di un pellegrinaggio per vedere la reliquia.
Ma torniamo a noi…
Si decide in maniera unanime che il tragitto definitivo sarà valutato in
tempo reale in funzione delle bizzarrie climatiche.
Ci si accorda sull’ora di ritrovo a Brescia per le 8.30 in modo da
essere a destino massimo per le ore 14.30, prevedendo una serie di soste
ristoratrici.
Ora è tutto pianificato: deve solo arrivare il gran giorno.
Giorno 1
Il ritrovo.
Galvanizzatissimi Suzibandit e Pegasello si
chiariscono telefonicamente il giorno prima per accordarsi sul luogo del
ritrovo pre-Brescia: la strada è lunga e gli imprevisti meteorologici
sono in agguato, pertanto siamo tutti concordi sul fatto che la
puntualità è FONDAMENTALE. Infatti i nostri amici saranno a Brescia con
debito anticipo, confidando che Antonuk arrivando anch’egli
dall’autostrada ed avendo un mezzo di sufficiente cilindrata possa
riuscire ad arrivare in anticipo, o quantomeno (a differenza di tutti
gli altri anni) in orario. Illusi….
Ecco che alle 8.55 vediamo arrivare al casello (dovremmo dire “sentiamo
arrivare”) Antonuk con il suo ferro che dopo i saluti di rito esclama: “oh,
sono arrivato un pochino in anticipo…meglio
così, visto che ci siete anche voi”.
Sguardo attonito di Suzibandit e Pegasello… alle loro rimostranze
Antonuk si difende con forte stridore di unghie sugli specchi affermando
che era sicurissimo che l’ora di ritrovo fosse le 9.30 e quindi in
funzione di questo lui era assolutamente in anticipo. Tempo dopo si
confiderà con Suzibandit ammettendo (ma non pubblicamente) che si era
sbagliato: aveva trovato la mail che asseriva di non aver mai letto dove
ci si accordava in tal senso.
Non pago della figuraccia fatta, Antonuk volendo distogliere
l’attenzione dal suo ritardo comincerà a deridere il povero Suzibandit,
reo di avere per abbigliamento una tuta da moto in pelle,
chiamandolo “il Valentino Rossi de noantri”, ricevendo manforte da
Pegasello che non poteva esimersi dal far fronte unico contro il
malcapitato Suzibandit. Ma sappiamo bene che il nostro eroe ha le spalle
larghe oltre alla panza e non da corda ai due diversamente simpatici.
Imperterrito Suzibandit procede con la distribuzione delle cartine con
il tragitto previsto e le alternative, nonché del meteo (soprannominato
per l’occasione “Meteoingrasso”) con le previsioni ora per ora lungo il
tragitto.
E’ ora di partire, si è fatto tardi.
Il viaggio di andata
Si decide di far fare da apripista a Suzibandit, il quale conoscendo i
sui limiti e la sua guida modello “Permaflex” palesa agli altri due
motociclanti la sua assoluta incapacità a superare i limiti del codice
della strada: Pegasello e Antonuk sottolineando che era anche la loro
politica accettano di buon grado la cosa. Ma solo a parole.
La strada si rivela essere trafficata con un sacco di camion in giro, ed
il nostro apripista pensa bene di effettuare i sorpassi solo dove fosse
sicuro e dove potessero farlo tutti e tre: arriveranno alla prima sosta
(Idro) avendo percorso la strada ad una media di 40 km/h, cosa che gli
altri due si guardano bene dal non fargli pesare rimarcando in maniera
velata che avevano rischiato più volte che la moto si spegnesse e che
come consumo avevano percorso medie chilometriche mai raggiunte in vita
loro.
Suzibandit che lungo il tragitto aveva avuto
sentore della cosa quando era stato sorpassato da una mamma con la
carrozzina, sceglierà poi di far fare strada a Pegasello decisamente più
scaltro alla guida.
Si decide di fermarsi in un
ristorante lungo il lago
per una pausa ristoratrice e dopo lo
scambio delle magliette
e dei gadget valutiamo la strada da fare: siamo vicini al primo dei
percorsi alternativi studiati.
Nell’indecisione chiediamo un suggerimento dall’avventrice del locale,
la quale ci sconsiglia di fare la strada per Madonna di Campiglio in
quanto saremmo stati obbligati a farla con un occhio sulla strada ed uno
sul contachilometri poiché estremamente popolata di novelli paladini dei
limiti di velocità, armati di autovelox.
Visto che l’apripista designato per il tratto successivo era cambiato,
dopo votazione unanime si opta per la strada più pallosa, ma che ci
avrebbe permesso di arrivare con debito anticipo a destinazione
aumentando così la probabilità di arrivare asciutti. E anche con tutti i
punti sulla patente.
Arrivati in prossimità di Tione, punteranno in direzione Trento per
prendere la statale che li porterà verso Bolzano. A parte un pochino di
traffico nel tratto iniziale, il viaggio scorre liscio ed arriveranno a
Bolzano tutto d’un fiato.
Col senno di poi bisogna dire che fare la statale non è stata una idea
malvagia: sicuramente più pallosa ma almeno si potevano tenere medie
abbastanza alte a norma cds.
Da Bolzano a Merano è un attimo: quella bella “autostrada gratuita” che
è la strada che congiunge le due città casca a fagiolo, visto che si era
fatta ora di pranzo e che i nostri eroi cominciavano a pagare la lunga
astinenza da proteine nobili.
Arrivati alla Forst
i nostri amici notano con piacere che il parcheggio è pressoché vuoto:
meglio, posto sicuro a sedere e pappa garantita. Ormai i loro corpi sono
privi di controllo e
vagano guidati dall’olfatto
che li porta davanti alla cucina del Giardino Forst.
Alla richiesta di cosa vogliano da mangiare la risposta è unanime e
corale: STINCO AI FERRI E PATATE FRITTE CON UNA BELLA BIRRA.
L’organizzazione teutonica del locale fa ci che nel giro di pochi minuti
i nostro eroi stiano assaporando
la pietanza preferita dagli dei…
Ma la sete si fa sentire e mezzo litro di birra non basta a quietarla:
cameriereeeeeee un altro giro, grazie !
Suzibandit, conoscendo i suo limiti (tiene
l’alcool come una bottiglia rotta) sfidando le ire dei cameriere ordina
una bottiglia d’acqua naturale… Pegasello ed Antonuk con la loro forte
fibra faranno onore alla fama di beoni dei motociclisti, facendo il bis.
Ed ecco che Suzibandit fa uscire l’etilometro portatile per misurare il
livello di coscienza degli altri due diversamente astemi. Antonuk è
talmente sobrio che
fatica a capire come fare la prova:
meglio aspettare un altro po’ prima di ripartire. Giove Pluvio ci aiuta
in questa scelta scatenando
un temporale epico:
infatti i nostri eroi erano preoccupati… non c’è mai stato motoingrasso
senza pioggia… non è previsto.
Dopo una ventina di minuti Pegasello comincia a scalpitare… vuole
partire. Antonuk e Suzibandit cercano in ogni modo di calmarlo, ma
l’astinenza da motocicletta è difficile da combattere.
La pioggia si è un pochino quietata ed i nostri eroi raggiungono le loro
cavalcature e cominciano la procedura della vestizione da pioggia:
giusto il tempo di finire di vestirsi e salire in moto ed ecco che ESCE
IL SOLE!
Grondanti di sudore procedono per la superstrada dove FINALMENTE
comincia a piovere… almeno un pochino di ristoro dal caldo. La pioggia
li accompagnerà fino a oltre Bolzano, poi la temperatura polare che
troveranno più avanti non li farà sudare più di tanto anche se vestiti
come dei novelli Messner alla conquista del K2.
I km si succedono, i ricordi sono vaghi fatto sta che i nostri arrivano
a Canazei giusto in tempo per evitare l’ennesimo temporale.
Sbrigate le formalità di accettazione, saliranno in camera per fare una
bella doccia ristoratrice.
L’albergo
Bello, anzi spettacolare. Credo uno dei migliori in cui siano mai stati
fino ad ora. Si deve ringraziare Pegasello della cosa che essendo guida
esperta della Val di Fassa avendo egli passato l’infanzia nella zona
conosce a menadito ogni anfratto vagamente culinario e/o alcolico del
posto.
Il posto
è arredato in stile ladino, con una sala per la colazione comune e con
annesso un negozio di vini e specialità: un paradiso. Oltretutto
compresa nel prezzo c’era pure la sauna che i nostri eroi si guardano
bene dal non usufruire. Lo faranno sabato sera di ritorno dal giro, in
modo da spurgare ogni tossina accumulata durante le curve del giorno.
La cena
Ristorati e docciati i nostri amici decidono di andare a verificare se
la cucina del “La Montanara” era ancora come se la ricordavano. Allora….
Birra (of course) e canederli al burro fuso… poi per dolce un bello
strudel fatto in casa per tutti !
Gli ardori culinari vengono subito spenti dal cameriere che li informa
che molta roba non è disponibile in quanto avendo loro aperto quel
giorno e necessitando di una lavorazione lunga non era possibile averla.
Poco male, il cibo disponibile va bene comunque: Suzibandit opterà
per una salutare
carne salada con fagioli piccanti
(per la gioia di Antonuk, estimatore delle sonate notturne per petofono).
Antonuk e Pegasello volendo rimanere
leggeri, optano per la cena dell’atleta: rispettivamente
polenta e formaggio fuso
e
polenta e salsicce in umido.
Antunuk freme per cominciare a fare un po’
di pubblicità al sito e convince Pegasello ad attaccare qualche adesivo
in giro per il locale: l’uomo parte per la missione e dopo qualche
minuto eccolo tornare con la faccia di chi ha compiuto una missione
eroica, e ci mostra con orgoglio
la prova dell’impresa.
Verrà insignito dell’ Ordine del Gran Suino per meriti sul campo!
Tra una cazzata e l’altra si fa tardi e la stanchezza si fa sentire sui
corpi dei nostri eroi: è ora di andare a nanna; domani la giornata sarà
molto lunga.
Sempre se il meteo glielo permetterà….
Giorno 2
Il risveglio
Come sempre il primo ad aprire gli occhi è Suzibandit il quale solo dopo
le abluzioni di rito ed essersi preparato per la vestizione si accorge
che fuori sta piovendo: imprecando fra se deciderà di tornare a nanna.
Più tardi ecco che si risvegliano gli altri due personaggi. Suzibandit
aggiorna sul meteo i due, ma Pegasello imperterrito esclama con
convinzione: OGGI NON PIOVE.
Il mantra accompagnerà tutta la giornata dei nostri amici e col senno di
poi si può dire che abbia funzionato.
Che giro fare? Beh, visto che non pioverà opteranno per quello medio,
ovvero circa 150km per 6 passi alpini.
Ma un giro del genere presuppone un notevole dispendio di energie, ed
ecco che i nostri eroi tra l’ilarità di altri avventori teutonici fanno
la classica colazione del motoingrasso:
una commistione tra una colazione italiana, tedesca, inglese ed un
pranzo di Natale americano.
Antonuk per chiudere in bellezza non
si fa mancare un
assaggino di Nutella.
Il giro del sabato
Fatta la colazione, si parte.
Ma i bollenti spiriti dei nostri tre amici sono subito affievoliti dalla
temperatura esterna:
9 gradi centigradi!
Non male per essere fine giugno! Comunque sia, come recita il mantra
"non piove", quindi si parte.
Si decide comunque di indossare i pantaloni antipioggia, ma solo per il
freddo visto che "OGGI NON PIOVE".
Le curve si susseguono, sali e scendi raggiungeranno il primo passo, il
San Pellegrino
per poi proseguire per il
Passo Giau, dove
verrà applicato il
primo adesivo ufficiale
di motoingrasso.it.
Seguirà il
Falzarego, ove i
nostri eroi apporranno
l’ennesimo sigillo
a testimonianza del loro passaggio e successivamente, il poco distante
Valparola.
Scesi dal Valparola, Pegasello conduce i nostri ardimentosi amici verso
una amena località in Val Badia dove era sito un localino da lui
fortunosamente trovato in occasione di una vacanza con la moglie.
Entrati nel locale, nei nostri sale la sensazione di essere molto
lontani da casa. Forse per la titolare con il classico accento
fantozziano di “ffoi ffenire da ittallia, ffero?!”, oppure per la musica
di sottofondo che arrivava da una radio locale che pareva la colonna
sonora di Heidi o per l’arredamento in
perfetto stile tirolese:
comunque sia i nostri eroi
si acclimatano quasi immediatamente,
sopratutto Antonuk che pare gradire particolarmente l’atmosfera creata
dalla musica indigena.
Malgrado ufficialmente il locale fosse aperto la sera, scusandosi per la
poca scelta la proprietaria ci elenca uno sterminio di cose da magiare:
Pegasello volendo rimanere leggero ordinerà un
piatto di affettato,
mentre Antonuk e Suzibandit non avendo molto appetito ordineranno
una zuppa,
che scopriranno amaramente essere una sorta di minestrone di cipolla,
piombo, ghisa sferoidale ed uranio impoverito della quale porteranno il
ricordo fino a tarda sera quando finalmente riusciranno a digerirla (più
o meno).
Nel frattempo esce il sole, ottima cosa visto che tra gli ultimi due
passi che mancano c’è il Pordoi e farlo con il sole vuole dire goderselo
per bene…
Si parte! Una passata veloce sul
Campolongo,
solo per la foto di rito e via verso il passo dei passi: il Pordoi con i
suoi millemila tornanti.
Giunti in vetta al Sass, Pegasello e Antonuk notano a bordo di un
parcheggio sterrato la neve…
come i bambini
si fiondano con le moto verso il cumulo biancastro.
E’ giunto il momento di tornare verso la base, ci aspetta una sauna
ristoratrice ma prima di affrontare i tornanti del ritorno, la
foto di rito che
immortala la loro impresa e sancisce con
l’applicazione del divin sigillo
che i tre nostri impavidi eroi sono stati li.
Ed eccoli tornati a Canazei, abbastanza presto per vedere la partenza di
una delle tappe di una gara di regolarità di auto d’epoca che gli
organizzatori avevano fatto deviare pur di permettere ai partecipanti di
conoscere e vedere i protagonisti del Motoingrasso.
Le auto sono spettacolari, più di un centinaio e Suzibandit ed Antonuk
rimangono a vederle tutte; Pegasello preferisce soddisfare un bisogno
primario: tagliarsi i capelli, e saluta gli altri due attoniti
personaggi salendo sulla moto e partendo allegramente. Ai due
rimasti non resta che andare a fare la tanto agognata sauna.
I tre si ritroveranno più tardi per
l’ultimo Spritz
del Motoingrasso 2009… che tristezza per fortuna potranno affogare i
rimorsi qualche ora più tardi con della buona birra ed
un piatto di canederli
dell’ Osteria La Montanara.
Durante “l’ultima cena” il morale dei nostri eroi è sotto i tacchi
sapendo che per quest’anno è finita: ma durante la cena sono state
buttate li le prime idee per il Motoingrasso 2010.
I sei passi e la sauna hanno minato
il fisico di Suzibandit
e si decide unanimamente di andare a fare nanna.
La stanchezza e l’alcool faranno in modo che i nostri eroi si
addormentino senza troppi complimenti e rimorsi.
Giorno 3
Il rientro
Come tutte le cose belle, anche il motoingrasso 2009 finisce per i
nostri amici.
Dopo una abbondante colazione si parte in direzione di casa. Pegasello e
Suzibandit a differenza di quanto previsto inizialmente faranno
compagnia ad Antonuk fino a Verona dove le loro strade si divideranno.
Lungo la Gardesana si fermeranno
per immortalare il loro passaggio
per la mitica gelateria dove si fermarono al primo giro nel lontano
2003…
Di li a poco arriveranno a Verona dove dopo un breve saluto e
la foto di
rito i nostri eroi si saluteranno.
E’ triste, ma un altro anno ed un altro Motoingrasso è passato: ma
niente paura… tra dodici mesi ce ne sarà un altro!
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