Compatto e slanciato nella
linea. ecco il nuovo MOTOM 121 Cross..
IMPRESSIONI Dl GUIDA
La
comparsa sul mercato di questa nuova creazione, il .121., è
destinata a suscitare tra i giovani un vivissimo interesse; la
MOTOM infatti, casa dalle solide tradizioni, con questo modello
si stacca nettamente da un certo tipo di produzione seguito
sinora per affacciarsi con vigore ed incisività in un campo
quasi inesplorato, il cross.
Si, perchè anche se non sono mancate nel
passato creazioni della casa lombarda su questo tema, come il -
Cross - quattro tempi col caratteristico telaio monotrave in
lamiera ed il - Nova Scrambler - due tempi, entrambi questi
modelli erano strettamente derivati da macchine destinate ad uso
turistico-utilitario e quindi, pur disponendo di buone doti di
robustezza, comfort e praticità non erano abbastanza “cattive”
da impressionare le scatenate, giovani leve.
Il modello – 121 - è invece una creazione
valida ed originale, nata appositamente per l'uso nel
fuoristrada, molto interessante sotto tutti gli aspetti. Fin
dall'esame estetico rivela la particolare cura che i costruttori
hanno posto per presentare qualcosa di solido, bello e
funzionale.
Su di un bel telaio a doppia culla chiusa,
in lamiera stampata e tubi, troviamo applicate tutte le
caratteristiche tipiche dei modelli da cross (gomme artigliate,
parafanghi rialzati, manubrio alto e largo, sellone monoposto
ecc.), con in più un tocco di originalità nello styling; le
ruote sono di diverso diametro, l'anteriore da 19 pollici, da 17 la
posteriore; la camera ad espansione dello scarico è verniciata
in nero e piegata come sulle macchine da competizione; gli
ammortizzatori posteriori telescopici sono racchiusi in una
guaina in gomma che ne accentua le dimensioni; sul dorso del
serbatoio, particolarmente aggraziato e filante, è ricavato un
vano porta-attrezzi.
Altri particolari notevolmente
interessanti risultano ad un esame più approfondito, quali i
parafanghi in acciaio inossidabile, le pedane pieghevoli, il bel
carter di protezione alla catena, la doppia corona montata sulla
ruota posteriore. Bella anche la verniciatura: grigio
metallizzato per il telaio, rosso con fiancate bianche il
serbatoio, bianco infine per il carter della catena, lo
sportellino del vano sul serbatoio, i supporti del faro ed i
gambi inferiori della forcella.
Nella
vista di fronte e da tergo in evidenza l’ampio manubrio
rialzato, la bella forcella tele idraulica e gli ammortizzatori
protetti da una guaina in gomma.
Stilisticamente piacevole, oltre che valida
dal punto di vista funzionale, la piega della camera ad
espansione, che con sente alla gamba sinistra una piena liberta
d'azione.
Un bel faro piatto e l'ampio manubrio. le
leve sono dimensionate piuttosto abbondantemente e sono un po'
fuori portata rispetto alle manopole. I cavi del freno anteriore
e della frizione sono forniti di un comodo registro sul
manubrio.
L'esame alla disposizione e funzionalità
dei comandi non fa che accrescere l'entusiasmo della prima
impressione. Ottima la foggia del manubrio, sapientemente alto e
con le manopole leggermente piegate indietro; le leve del freno
e della frizione, in lamiera stampata, sono montate a
braccialetto con due bulloncini di fissaggio e quindi regolabili
a volontà. Un po' lontano dal raggio d'azione del pollice il
gruppo clacson-deviatore luci-bottone massa. Sul dorso del faro
la spia verde delle luci. Il serbatoio è dotato di un unico
rubinetto sulla destra, facilmente raggiungibile e rivestito in
gomma per offrire maggior presa: le posizioni sono tre: aperto,
chiuso e riserva. Ottimi i comandi a pedale, presentati
esaurientemente dalle nostre fotografie.
In sella ci si trova sempre a proprio agio,
sia con una guida pacifica (e a questo contribuisce senz'altro
la sofficità della sella e la buona escursione degli
ammortizzatori) sia guidando alzati sulla sella, con le
ginocchia ben serrate alle fiancate del serbatoio e la manetta
spalancata. E' qui che si avverte tutta la bontà dell'assetto,
dovuta all'altezza del manubrio e alla distanza della sella dal
suolo, tale da permetterà anche ai piloti di taglia piccola di
aiutarsi validamente con le gambe quando se ne presenti la
necessità.
Il vano porta-attrezzi, in posizione
aperta, pone in evidenza la sua più che sufficiente capacità.
Il
grosso filtro dell'aria (a paglietta metallica) è qui bene in
vista dopo averne parzialmente tolto il coperchietto. Vicino al
parzializzatore dell'aria, in posizione non molto accessibile
data la vicinanza della marmitta, un particolare interessante:
una cannuccia metallica fa da guaina al cavo del gas nelle
vicinanze del carburatore, soluzione destinata ad allungare la
vita dello stesso.
Il tappo del serbatoio, in
lamiera stampata, è del tipo a baionetta e tiene perfettamente
anche col pieno.
Notare
la bella sagoma del serbatoio, con l'assenza più totale di
spigoli.
L'estesa
orecchia per ii fissaggio anteriore del serbatoio, con
interposizione ti un elemento elastico.
Sulla sinistra, il
pedale del cambio, a leva singola, c molto comodo da azionare,
data la limitata escursione dell'innesto (la prima e in basso).
Per nulla faticoso issare ha moto sul cavalletto, provvisto di
piedini arcuati per fare buona presa anche su terreno molle.
I comandi a pedale sulla destra: quello del
freno, verniciato in nero come il cavalletto, e un po' troppo
interno rispetto alla pedana, ma non e difficile portarlo più in
fuori. Il pedale dell’avviamento con l'astina pieghevole, e.
comodo da azionare e non impaccia nella guida.
Le pedane, rivestite in gamma, sono
pieghevoli a go gradi. Una molletta provvede a tenerle fisse
nelle due posizioni.
Prima di iniziare la produzione in serie,
la MOTOM 121 Cross e stata collaudata anche in gara con ottimi
risultati.
Il freno anteriore ed il
cerchio da 19 pollici. Il parafango è integrato da un
foglio di gomma per proteggere efficacemente la testa. Il freno
posteriore e comandato tramite un tirante metallico. Per
registrare l'allineamento della ruota e la tensione della catena
si agisce sulle due comode camme a spirale. Per passare dalla
corona piccola a quella grande e necessario togliere la ruota cd
agire sui quattro bulloncini di fissaggio. Poi, allungata la
catena, si rimonta al contrano il gruppo delle corone. Notare
anche la squadretta 1issata al forcellone per l’eventuale
applicazione di una cruna per la catena.
Il robusto telaio e costituito da un grosso
trave in lamiera stampata (soluzione tradizionale per la Motom)
integrato dai due tubi che scendono dal cannotto di sterzo a
formare
la
culla. Dalla zona sotto la sella si dipartono
altri due tubi che recano gli attacchi per gli ammortizzatori ed
il parafango posteriore.
Il motore visto d'ambo i lati.
Particolarmente alettata, la testa assicura un ottimo
raffreddamento. Notare il carburatore orizzontale con vaschetta
separata.
Buona la stabilità in tutte le condizioni,
sia su strada che fuori. Nonostante ciò che in genere si crede
sulla tenuta in strada delle gomme artigliate. abbiamo fatto col
.121 delle pieghe tali da sbalordire i cinquantisti ultraveloci,
senza avvertire sbandamenti o altri scherzi del genere, ciò che
significa un bel “10”
a telaio, forcella e ammortizzatori. Inoltre il peso limitato a
soli 67 chili e la funzionalità dei comandi fan si che la
maneggevolezza della macchina soddisfi completamente.
Per concludere con la parte ciclistica del
121, un elogio complessivo ai freni, veramente buoni e costanti
nel rendimento, con un unico appunto alla tenuta all'acqua del
freno anteriore.
Ma che farsene di una macchinetta cosi ben
impostata se il suo cuore, il motore, non e all'altezza della
situazione? Niente paura anche qui perche la MOTOM ha dotato la
sua ultima creazione di un cuore tanto generoso e brillante da
fugare gii ultimi dubbi dei più cinico tra i nostri lettori. 11
due tempi di cui il 121 e provvisto, già cosi imponente alla
vista per l'estesa alettatura alla testa e il grosso filtro del
carburatore, quando si apre la manetta “canta” in modo
entusiasmante.
Certo da un 50 che viaggia a 7000 Giri
(parliamo della versione export, oggetto della nostra prova) non
ci si deve aspettare un tiro da Guzzi V7, è necessario cioè
giocare sapientemente di frizione, ma il gioco è facile da
imparare e tutti quanti sapranno presto cavare dal motore in
questione un sacco di soddisfazioni. Del resto la frizione,
anche se frequentemente chiamata in causa non accenna a
slittamenti od altre disfunzioni.
I rapporti del cambio sono cosi ben
indovinati da far ritenere superfluo l'impiego della corona di
maggior diametro ad ogni modo volendo impiegarla (I'operazione e
semplicissima e non richiede più di 10 minuti) si possono poi
superare da fermo salite proibitive, da lasciare a bocca
spalancata per lo stupore gli eventuali spettatori o...
concorrenti.
Qualche dato per concludere: il consumo, pur variando
naturalmente nelle diverse condizioni di impiego, e abbastanza
contenuto. Marciando pacificamente su strada si possono
percorrere con un litro una quarantina di chilometri, mentre nel
fuoristrada e a tutta manetta, il consumo si raddoppia.
La velocità massima con i rapporti lunghi
(parliamo sempre della versione export) supera di un bel po' i
70 all'ora, valore più che notevole per l'uso a cui la macchina
e destinata.
Infine, notizia che non mancherà di stupire
favorevolmente i futuri cavalcatori del 121, il prezzo, quasi
incredibilmente contenuto in 135.000 Iire f.f. (siamo nel 1969
–ndr-), valore che pone questo bel modello del!a MOTOM in una
prospettiva di grande accessibilità per tutte le tasche.
CARATTERISTICHE TECNICHE
MOTORE: monocilindrico a due tempi.
distribuzione a luci contrapposte, cilindro in ghisa e testa in
lega leggera. Alesaggio e corsa 38,8 x 42 = 49,6 cc.
Compressione 8:1. Potenza CV
1,5 a 4.400 girl.
ACCENSIONE: a volano magnete 6 V - 18 W
alla sinistra dell'albero motore con bobina AT esterna; anticipo
23° prima del PMS; distanza tra i contatti 0,45 mm.; candela grado
termico 240 (scala Bosch); distanza tra gli elettrodi 0,6 mm.
ALIMENTAZIONE: a caduta; miscela 5~/ t76t~
primi 1500 km.); capacita serbatoio 1. 7 di cui 1. 0.8
di riserva.
LUBRIFICAZIONE: motore, a miscela 5% (7%
primi 1500 Km);
trasmissione primaria, frizione e cambio 760 gr. olio SAE estate
ed inverno.
CARBURATORE: Dell'Orto SHA
14/12; diametro diffusore 12 mm.; getto max. 52; getto minimo 70; filtro
aria Dell'Orto F27; vite aria aperta di mezzo giro.
FRIZIONE: a dischi multipli a
bagno d'olio sulla destra.
CAMBIO: in blocco a 4 velocità,
con ingranaggi a cascata cd Inne-sti frontali; comando a pedale
sulla sinistra; rapporti interni: 3,33 in prima; 2,07 in seconda, 1,44 in terza, 1,15 in quarta.
TRASMISSIONI: primaria ad
ingranaggi elicoidali, sulla destra, rapporto 1 :4,615 (denti
13/60); secondaria a catena, rapporto 1:2,85 (denti 14 pignone
uscita cambio, corona 32).
TELAIO: tubolare a doppia culla
con parte centrale in lamiera stampata.
SOSPENSIONI: forcella anteriore teleidraulica (Olio Castrol-Hjapin 45 grammi 100 per gamba);
forcellone posteriore oscillante con ammortizzatori telescopici.
CERCHI E GOMME: cerchi in acciaio 54/19
anteriore e 54/l7 il post.. con pneumatici artigliati 2,50x19
ant. e 2.50x17 post.
FRENI: a tamburo centrale in
lamiera stampata.
IMPIANTO ELETTRICO: alimentato
da volano magnete alternatore 6V - 18W; fa:o anteriore con
lampada anabbagliante a bulbo 6V - 15W; e lampada di posizione a
siluro 6V - 15W: fanalino post. con lampada a siluro 6V - 3W;
avvisatore acustico; comandi sulla sinistra del manubrio.
DIMENSIONI E PESO: lunghezza m.
1,830; interasse m. 1,220; larghezza manubrio m. 0,770; altezza
max. m. 1.010 (manubrio); altezza sella m. 0,725; altezza pedane
m. 0,260; altezza minima da terra m. 0,20. Peso Kg. 67.
PRESTAZIONI: (norme CUNA e Codice) velocità
massima 40 Km/h; pendenza max superabile: 30%; consumo
1. 2,2 per 100
km.; autonomia
320 Km. circa.
II modello EXPORT
presenta le seguenti
variazioni:
Compressione 8,5:1: potenza CV
4 a
7000 girl; carburatore Dell'Orto UA 19-S con filtro aria
Dell'Orto F 2G; diametro diffusore
19 mm.; getto max. 90, valvola gas 50;
polverizzatore 260; velocità massime nelle varie marce 26 Kmh in
prima, 41 Kmh in seconda; 59 Kmh in terza e 74 Kmh in quarta.
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