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- La pagina di Pegasello -

Pegasello

Pegasello:
1973, un figo!
La testa, la moglie, colleghi di lavoro, amici, dicono che ne ho meno....molti meno. 
Ed è vero!

Storia motociclistica:

SCOOTER:
La lambretta 150cc di mio Papà, non andava mai in moto!

MOTO:
mhhh dunque, ah si! IL PEGASELLO! Quindi riassumendo: Pegaso 650 i.e. giallo lime (quello col motore Rotax), è il primo amore.
Caponord 1000 blu, sogni di viaggi in tenda chissà dove ma dopo 1900 km ho crepato il telaio...un ragazzino neopatentato ha deciso di tagliarmi la strada! Poco male, non mi sono fatto quasi nulla.
Pegaso 650 Trail grigio, divertente, senza infamia e senza lode.
....mah, rimane sempre il mio sogno il GS 1150 Adventure.
 
Miti e leggende: la genesi vista da Antonuk


Nasce a Betlemme,nell'hotel Hilton a 6 stelle.
Nonostante fosse nato griffato da testa a piedi ,non si sentiva a suo agio. L'ambiente era troppo ossequioso nei suoi confronti.
Si trasferisce, mollando tutti i suoi beni materiali,ma non i jeans,dalle parti di Padova,essendo in odore di conversione e di chiamata religiosa.
Purtroppo la conversione avviene sull'autostrada A4,in una giornata di nebbia! Scampa ad una fine brutta, ma non sarà più lui!
Inizia a mettersi le dita nel naso (tutte), a coltivare le olive per farne vino, a parlare lingue strane e dialetti che capisce solo lui!, a comprare moto di potenza eccessiva.
Inizia anche a lavorare, ma più per hobby che per vera esigenza.
Ed è in quell' ambito che inventa la mitica espressione che lo contraddistingue (e che non ripeto).
Dopo anni di finti impegni lavorativi trova la sua strada....ed il suo indirizzo di casa!
Finalmente si sposa con una giovane martire ma resta sempre uguale a se stesso (per ora).
Probabilmente ,da grande farà il parrucchiere!

 
Miti e leggende: la genesi vista da Mattia
Messaggio lasciato sule nostro Guestbook..

Cari ragazzi del motoingrasso, mi chiamo Mattia e sono l'orgogliosissimo fratello di Pegasello. è vero che la sua prima moto fu il Pegaso ma posso dire senza ombra di dubbio che P. è stato motociclista da sempre.
Mi ricordo che a 15 anni e 11 mesi, carta d'identità alla mano, cominciò a pressare i nostri genitori perchè voleva l'enduro. Avrebbe dato un rene per mettere le mani su un 125. ''papà..anche usato..anche rotto..''. Parlava di fioretti alla Madonna e buoni propositi.. avrebbe studiato giorno e notte. non avrebbe mai più fatto la polvere da sparo. non avrebbe mai più usato il frullatore di casa per tritare la carbonella. non avrebbe mai più messo l'acciaio liquido nelle serrature della scuola. alzavamo gli occhi dai piatti, lo guardavamo tutti in faccia ed era vero. stava dicendo la verità! chiunque con un briciolo di cuore si sarebbe sentito solidale con lui.
Disse che avrebbe fatto qualunque cosa perchè ormai la rumba era cambiata ''guidare la moto è una cosa che implica necessariamente responsabilità''. ormai era maturo e aveva messo il culo in carreggiata. potevano starne certi.
In genere attaccava a cena. Con aria riflettuta meditava sull'opportunità della moto..esordiva distratto come se stesse pensando a voce alta. Abitando fuori città era più che altro un discorso geografico..una necessità legate alle distanze. loro non avrebbero più dovuto accompagnarlo da nessuna parte. si rendeva perfettamente conto di quanti sacrifici facessero per venirci a prendere a scuola o accompagnarci da qualche parte. Era la fase altruistica.
Ma non attaccava.. il suo piano prevedeva a questo punto l' attacco frontale col quale tentava di sgretolare le granitiche convinzioni genitoriali. Ma veniva inesorabilmente respinto..Allora, come una risacca, tornava lento e tentava l'approccio romantico ''papà mi racconti quando andavi ad arrampicare e partivi da Padova in lambretta?'' cercava di erodere quel muro tentando di stabilire un contatto emotivo..riusciva persino a essere convincente. Nostro padre in quel momento di empatia si faceva nostalgico..e Pegasello sperava. una piccola breccia era aperta. Poi la mamma fulminava tutti dicendo che non ne voleva neanche sentire parlare, e una bella passata di malta richiudeva la breccia. così il papà ritornava in sè e chiudeva dicendo:
'' già non studi e passi tutto il pomeriggio ad elaborare la motozappa, figurati se ti compriamo la moto''
'' ma non è vero.....papà...''

Tutto questo per dire quanta voglia di moto ci fosse in quel pegasello adolescenziale. E, ora che Pegasello è grande, anche se in fondo è sempre lui, e vedendo che mangiate , bevute, lunghe tirate di manetta, assaporando paesaggi e curve in amicizia, sono il denominatore comune di tutti voi non posso che augurare ai tre moschettieri del maiale di continuare a motoingrassare in felicità!

Propongo un santino di Dario Cecchini come Santo Laico protettore
Bravi Tutti.
W la Ciccia!

 

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